Alibaba, te lo spiega Chiara.

Natale che bel periodo! Uno di quei periodi in cui tutti fanno i regali! Le anziane come me si spostano, pagano parcheggio, sfoggiano berretti orrendi e fanno due passi in centro credendo di trovare degli articoli a basso costo per i regalini, i giovani comprano sull’internet.

L’internet risolve molti problemi e costa poco (e spesso non paghi il parcheggio) però gli anziani non sanno bene come si fa e come si cerca, allora mi sono informata.

Esistono diverse piattaforme d'acquisto, sono delle specie di supermercati del tutto; ce n’è una in particolare che si chiama Alibaba e che fa parlare molto di sé.

In realtà Alibaba è per addetti al settore ovverosia commercianti, ma la faccenda ha risvolti importanti. Vi spiego: la piattaforma mette in contatto venditori con compratori (sempre aziende) ma per essere iscritti come venditori devi essere impresa registrata in Cina. Ora: non è semplice registrarsi in Cina, primo perché è un casino capirsi e poi perché la Cina avrebbe la tendenza a difendere strenuamente l’economia interna (non gli si può dare torto, visto il concetto di economia cinese di qualche decennio fa).

Alibaba, secondo Forbes nel 2011, era nella lista delle 2000 compagnie più importanti del mondo; lavora tantissimo ma vende merce prodotta in Cina e mica tutta la merce prodotta in Cina è frutto del sacco cinese, infatti la PRC produce merce contraffatta per un trilione di dollari e Alibaba commercializza merce prodotta in Cina, ergo. .

Ho provato a ragionarci su un pochino e ho pensato: se il commerciante sotto casa vuole guadagnare di più deve comprare a meno, allora va su Alibaba e compra una partita di scarpe tecniche contraffatte e le vende ad un prezzo accessibile; io che sono povera, preferisco andare a comprare le scarpe finte uguali a quelle vere e siamo entrambi contenti.

Eh no! Non è vero perché il signor proprietario della fabbrica di 'scarpevere' va da Alibaba e gli dice:” Ma stammi attento! queste scarpe non sono le mie, te non puoi mica vendere della roba come la mia ma finta!” e Alibaba gli dice:” Ciò se te non hai il marchio registrato in Cina io che cosa ci posso fare?” E allora il signor 'parondallebraghebianche' va in Cina e dice ai cinesi:” porcoefuori! Le scarpe finte non sono le mie scarpe e se voi Le vendete io non guadagno!” e i cinesi gli dicono:” Zio! Non è nostra responsabilità. Dimmi dove le fanno ‘ste scarpe finte e vediamo cosa possiamo fare”.

Il signor proprietario della fabbrica di 'scarpevere' così non vende e se non vende non ha i soldi per pagare i dipendenti e allora cosa fa? Assume in nero, così l’operaio che voleva comprare casa non può e deve stare in affitto, se gli viene un acciacco va in ospedale ma non paga il ticket, ma se non paga il ticket l’ospedale fallisce e allora l’ASL comincia a togliere gli esami diagnostici gratuiti e siccome l’operaio nero non ha i DPI si ammala, lo viene a sapere troppo tardi e non può guarire e i suoi parenti devono lavorare il doppio per pagare la badante che però pagano in nero così i capitali escono dall’Italia, nessuno paga le tasse e il povero operaio in nero ammalato muore e l’ospedale fa la fattura e bisogna pagarla perché non aveva neanche l’INAIL.

Si chiama dumping sociale. Intanto Alibaba, che ha sede alle Cayman, non paga le tasse e i soldini vanno tutti in tasca ad un paio di persone...

Bon fatevi i vostri ragionamenti, io dal canto mio, ho fatto i miei
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